Poesie
La Prima Comunione
Ei venne al fin, qual Padre,
mi strinse al petto amante.
O Amore, in quell’istante,
solo pensavo in Te.
Tutta riempì del cuore
la grande aspirazione
quivi restò in prigione
cattivo del mio amore.
Conobbi, in Lui, la pace
che il mondo non può dare,
può l’alma ognor trovare,
vivendo nel suo amor.
Qual pecorella errante,
un dì lontana andai,
ma sempre ricordai
le gioie di questo dì.
Nelle ardorose ansie
di giovanile amore
Ei governò il mio cuore
qual abile nocchier.
Là, nei funesti limiti,
dove si perde Iddio,
sorresse il cuor mio,
non naufragò l’amor.
Divino Pan degli Angeli,
Gesù Sacramentato,
Tu sei che m’hai salvato
dal mondo seduttor.
M. M.
La voce del Divino Pastore
Perché da me ti allontani povera pecorella errante,
e vai con ardore pascoli nocivi cercando?
Perché la voce non ascolti del tuo pastore amante?
Perché al suo ovile d’amor non vai tornando?
Il tuo cuore è stato formato per il cielo
ed io l’aspirazione all’infinito gli ho dato.
E poiché la felicità trovar non si può su questo suolo
inquieto resterà finché in me non avrà posato.
Vieni vieni a me che ti amo con inegual tenerezza
non cercar più del mondo la turpe vanità.
In me troverai la calma e della pace la bellezza
infatti sono Io la Via, la Vita, la Verità.
A chi se vanno i miseri nell’ultimo sconforto?
Qual dono appende il naufrago nocchier che torna in porto?
Lo schiavo a chi dirige l’inno di libertà?
Tue son Maria le laudi, tuoi son Maria gli onori,
Tu la virtù dei deboli, la forza dei migliori,
La porta dell’empireo, la Stella del mattin.
Ecco dove finisce ogni grandezza,
Ogni pompa di terra, ogni bellezza:
Terra, loto, vil fango e poca arena
Chiudono al fin di ogniun la breve scena.
Addio creature, contenta vi lascio;
Non sono più vostra, né siete più mie.
Da tutto già sciolta io son del mio Dio.
Sì, tutta son tua, o caro Gesù.
Andate, o speranze e affetti terreni,
A render contento chi più vi desia.
Andate e partite dall’anima mia,
Io più non vi cerco, né voglio voi più…
ALLA CHIESA DELLA MIA PARROCCHIA
(Rimembranze)
Sacro Tempio, ricordi soavi,
De’ prim’anni di mia giovinezza.
Io qui detti al Signore le chiavi
Del mio cuore, mia sola ricchezza.
Di quell’una conobbi qui il vero
Cosa sol necessaria per l’uomo.
Per raggiungerla presi il sentiero,
Tutto il resto lasciai in abbandono.
Qui, del coro di candide vesti
Invaghita d’amore quest’alma,
Feci voto, nei regni celesti,
Di portare dei vergin la palma.
Quante volte lo spirito mio
Qui volava del cielo ai festini!
Colla fede del caro mio Dio
Contemplava gli eterni destini.
Qui conobbi del mondo i sentieri
Esser tutti bugiardi e fallaci.
Qui la fede donommi pensieri
Dell’Eterno, sicuri e veraci.
Qui l’Angelico Pane gustai,
Prima volta ancor fresca bambina,
Giovinetta, ogni giorno tornai,
Di Gesù, qui alla Mensa divina.
Se di colpe quest’alma imbrattava,
Qui pentita imploravo perdono;
Col suo Sangue Gesù mi lavava,
Quel Paziente divin sempre buono.
Qui, nell’ore di nera mestizia,
A quest’ombra veniva a cercare,
Nelle pene la vera letizia
Che dispensa Gesù dall’Altare.
Qui, dall’Ostia, Colui che l’amore
lo nasconde nel candido velo,
Mi ferì con un dardo nel cuore,
Mi promise scoprirmisi in cielo.
Qui, di grazie, ripiena quest’alma
Rimirava per man di Maria.
Il tuo nome, nel ciel, sulla palma
Vo segnar, le dicea, Madre mia.
Ai suoi piedi, prostrata al suo altare,
In quei santi trasporti d’amore,
Io sentiva desio di volare
Su nel ciel, ad offrirle il mio cuore.
Qui, nel giorno che il mondo lasciava
Per entrare nella casa di Dio,
Un bell’inno di grazie innalzava
A colui che compì il voto mio.
Maria Maddalena
LA CHIAMATA E IL PRIMO ANNO NELLA CASA DI DIO
Di mia vita d’aprile negli anni
Forte intesi una voce nel cuore,
Più cresceva col crescer degli anni
E dicevami: «io voglio il tuo amore».
Cieca, ignara del bello, del vero,
Corsi incontro a ciò che offre la vita.
Infelice!, fu folle il pensiero
D’appagar quella brama infinita…
Allor più soave la voce di Dio,
Tornando pietoso, soggiunse al cor mio:
«Tu sbagli!, deh vieni!, da’ a tutto un addio;
Per me t’ho creato, bastarti poss’io».
Tutti del mondo i suoi falsi sentieri
Mi posi innanzi con gioie e piaceri.
Oh, chi non tiene una guida, un aiuto,
In quell’etade, lo vedo perduto.
Son tanti i lacci, le reti, gli inganni,
E solo rose si vede in quegli anni.
Per me pregava la Vergin beata,
La dolce Madre Maria Immacolata.
E quella voce gridommi più forte:
«Bada…; quei fiori nascondon la morte».
Sostai…, e che?, dubitava, o Signore?
Ah, cieca!; e non corsi a donarti il mio cuore!
Ma si’ potente è la voce divina
Né può resister una alma tapina.
Allora le gioie fugaci del mondo
Mi fecer sentir l’amaro che in fondo
Nascondon. Invece l’amor di Gesù,
Gustato una volta si brama di più.
Si opposero molti, col mondo bugiardo.
Va’ lungi, meschino, risposi; già ardo
D’un bene infinito, né altro vo’ amare,
E tu a me quel Bene giammai potrai dare.
Qual colomba la freccia d’amore
la portava nel mezzo del cuore,
Né sapendo ove il piede posare,
Di Gesù m’en volava all’Altare.
Lì, fidente pregava colui
Che dal dardo ferita ne fui.
Oh, la pena d’un cuore ferito
Non si esprime né intende l’udito.
Può comprenderla l’alma soletta
Che in sé tiene la dolce saetta.
L’Onnipotente braccio divino
Tolse ogni ostacolo, aperse il cammino.
E sotto il suo tetto, in cella romita
Condussemi Iddio bontade infinita.
Le care pareti del chiostro diletto
Beata, diceami, tu sei in questo tetto.
In quest’asilo d’amor solitario,
Dove si geme sul Dio del Calvario.
O anime pure, o spose di Dio:
Con voi felice, appieno, son io.
A quelle voci, a quei salmi, a quei canti,
Pareami d’esser già in cielo coi santi.
E poi il pensiero che io pure dovea
Vestir presto la nobil livrea,
Riempìami il cuore di tanto contento
Che i dì passavan qual fosse un momento…
Tu fosti, o Maria, Tu, Vergine bella,
Dopo Gesù, Tu mi fosti la Stella
Che la tua luce brillare fecesti
E tanta sorte raggiunger mi festi.
Fu allor, lo ricordo, tra i gaudi del cuore
Che io dimandai: e la croce, o Signore?
La croce è emblema del vostro seguace;
E a me non date che gioie, che pace?
Oh, a chi lo porta il suo giogo è leggero.
E sol pesante a chi l’ha straniero.
Maria Maddalena
UN MARE BURRASCOSO
O Maria!
In questo mar del mondo
Tu sei l’unica stella
Che può la navicella
Dell’alma mia salvar…
Scorra il mio sangue a rivi
sopra il tuo stesso Altar.
Sono tua sposa, e quivi
te voglio accompagnar.
DOPO LA PROFESSIONE
Passarono i giorni del tenero amore.
Per altro cammino portommi il Signor
Dal giorno felice che, innanzi all’Altare,
Degnossi il Diletto quest’alma sposare.
Ché a Lui mi strinser legami gelosi,
D’indissolubili nodi preziosi.
Oh, da quel giorno, quel tenero Amante
Mi chiese un amore più forte e costante:
Di giovane sposa lasciare le carezze,
Delle sue spine cercare le dolcezze,
Sopra le spalle mi pose quel legno.
D’unica speme, d’amor qual pegno,
Un segno divino posò sul mio cuore,
Dov’era scritto il bel nome d’amore.
In questo nome io combatto da forte,
Non temo il nemico, non temo la morte:
Gesù sul mio braccio, Gesù sul cuor mio,
O santo Nome di Sposo, di Dio!
Ed or mi resta quell’orme divine
Calcar da forte, raggiunger le cime.
Sull’orme che impresse quel forte Gigante
Con Lui al Calvario salire esultante.
Mi elessi per guida dell’aspra giornata
La Vergine santa, Maria Addolorata.
«Tu che pura e innocente Maria
Battesti da forte per prima la via;
Quando io vedo i tuoi occhi tra’l pianto
Tutto posso, a Te Madre d’accanto;
Tutto posso, ripete mia voce,
In Colui che per me vedo in Croce».
SITIVIT ANIMA MEA AD DEUM VIVUM69
Sospira l’ora, Gesù, l’anima mia
In cui, del corpo rotta la prigione,
Si schiuda anche per me la bella via
Dell’eterna mansione.
In questa terra tutto m’ha annoiato;
Nulla e poi nulla, ovunque poso il ciglio
Trovo che basti a un cor per Te creato
In questo esilio.
Se vado silenziosa ricrearmi
Tra fiori del chiostro nel giardino,
A Gesù dall’amor sento portarmi,
Bel fior divino.
Mentre lavoro, unita al mio Tesoro,
Si strugge l’alma di udir quanto è compito
Di mia veste nuziale il bel lavoro,
Dello Sposo l’invito.
Se prendo a mensa il povero alimento,
Penso che sol di Dio viverò un giorno
Nello spirito, con Lui più fame sento
Di far soggiorno.
Se il Padre mio san Paolo della Croce
Mi vien dolce ricordo alla memoria,
Quando, mio Dio, mi ripete una voce,
Vedrò sua gloria?
San Gabriele, l’amante di Maria,
Caro fratello mio: veder vorrei
Su in cielo come lui la Madre mia
Amar potrei…
Se l’alma mia, che solo anela il cielo,
sta innanzi al Prigioniero dell’amore,
La sua bellezza vedere senza velo
Anela il cuore.
Se sciolgo la mia voce ai canti, ai Salmi,
Vola lo spirito mio a quel canto bello
Che solo l’alma vergine tra i santi
Canta all’Agnello.
Se di mia Madre il bel nome odo ridire,
Dall’amore vien meno l’alma mia;
Vorrei vederla in ciel, da tutti udire
Ripetere Maria.
Dando al corpo il riposo della sera,
Nella mansion superna giunta anch’io,
L’anima stanca, eternamente anela
Di riposare in Dio.
Il tuo amore, o Gesù, mi doni l’ale
mi sciolga dal carcer che m’inserra.
Il fuoco tuo, che mi brucia, sia il mio «vale»
Che do alla terra.
Sospiri del mio cuore: il cuor di Dio
Movete voi; ditegli voi il mio anelo;
Abbia fine Signor l’esilio mio,
Vi veda in cielo.
M. M.
SOLA E STRANIERA
«Tibi sacrificabo hostiam laudis».6
Ti ho offerto tutto, amore mio,
in sacrificio di lode!
Cammina l’amore se libero è il piede,
Nessun ostacolo teme né vede,
Mai non riposa, ma corre veloce
Là del Diletto ove ode la voce.
Se un sol capello legato la tiene
Non può seguire l’amato suo Bene,
D’ogni altro amore anche santo è geloso,
Vuol tutto il cuore quel tenero Sposo.
Io l’amava Gesù, sì, l’amava.
Solo amore chiedeva, anelava.
Ma con Lui pur regnava altro affetto
Che il mio cuore teneva ristretto.
Amava l’asilo ove naqui al buon Dio,
La patria, i miei cari, amavali io.
Della mia cella le cari pareti
Che tutti sapevano i dolci segreti.
Quell’ore di pace dei miei primi giorni,
Trascorse del chiostro, nei cari dintorni.
Amava sì, amava quell’angel di Madre
Che m’insegnava del cielo le strade
E che m’amise a conviver tra quelle,
Di religione, mie care sorelle.
Furon questi i miei unici amori.
E Gesù, quel geloso dei cuori,
Venne tosto, coll’abil sua mano,
E chiamandomi in suolo lontano,
Ogni affetto ne volle troncare
Separando i miei amori col mare.
Maria M.
LA PERSECUZIONE
Ah! qui l’inferno ruggere
Già sento: le sue porte
Parmi veder già schiudersi
Udir grida di morte.
L’uomo orgoglioso, altivo,
Vuol dominar la terra,
Alza al fratello l’armi,
Gridando: guerra, guerra!
Cieco nei suoi consigli
Lo pensa e si propone
Attaccare per primo
Guerra alla religione.
Stolto!, non sa che disse
Gesù suo Fondatore:
Mai prevarrà l’inferno
Con tutto il suo furore.
E mentre tutto muore
Giammai morrà la Chiesa
Nella sua fede santa
Rimarrà semper illesa.
Già sangue vedo scorrere
Di vittime cadute
Sul suolo della Vergine
Maria di Guadalupe.
I sacri Templi chiudonsi
Del Dio tre volte santo,
Nei chiostri più non odesi
Di salmodia il bel canto.
Ministri dell’Altissimo
Vagando per il mondo,
E geme ricco e povero
Nel lutto più profondo.
I pargoli innocenti
Chiedono invano pane
Nessun loro può darli
Già muoiono di fame.
Era il giorno sei agosto
Che venne il confessore
E disse: tutti fuggono
E stanno col timore.
Si tolga il Sacramento,
Si disfaccia l’altare,
Si nasconda ogni cosa
che sospetto può dare.
Animo!, adesso è tempo
Di fare grandi acquisti,
Di mostrare coi fatti
Che siamo Passionisti.
In fretta e furia, tutto
Fu fatto in poche ore.
Che giorno mai fu quello,
Solo lo sa il Signore.
Il caro santo abito
Bisogna pur levarci,
Non si può stare unite,
Bisogna separarci.
(Ciò fu per breve tempo,
Presto ci riabbracciammo;
Ma solo per dividerci
Il dolore e l’affanno).
Ahi che già più non abita
Gesù sotto il mio tetto,
L’unico mio tesoro
Lo Sposo mio diletto!
Gesù, Gesù. Rispondimi:
Dove Tu sei? Che almeno
Verrò la forza attingere,
L’aiuto dal tuo seno.
Di nuovo con la Croce
L’han costretto a fuggire,
Al monte del dolore
Lo rivedo salire.
Io pur verrò, mia Vita,
Della tua sposa il piede
L’amor lo rende forte,
Morrò per la tua fede.
Sì, sì, se basta il sangue
Tutto delle mie vene,
Lieta lo voglio spargere
Per salvar Te, mio Bene.
Ma s’Ei non vuole il sangue
Che a Lui compagna io sia
Vuole, e che pur partecipi
Sue pene l’alma mia.
Se il dolor fu la parte
Che ai cari suoi donò,
A me che sua voglio essere
La croce pur servò.
Della croce che un giorno
Dei nostri primi amori
A Te cercai Diletto
Al fin oggi mi onori?
Dammi forza mio Bene
Che ad essa stretta, stretta,
Del Calvario a Te unita
Raggiunga l’aspra vetta.
T’ho dato tutto e tutti
Di tue dolcezze ancora,
A Te ne feci dono
Della vita nell’ora.
Scelto ho la Croce e pene
Dolce mio Ben quaggiù,
Perché più amor sia datomi
Nel cielo, o mio Gesù.
Questo è il pensiero che donami
La forza nel dolore,
A chi più soffre in terra
Più colassù avrà amore.
Vergine dei Dolori,
Tu che sofferto hai tanto,
Sempre a Gesù, deh impetrami,
Star fida sposa al fianco.
Dei messicani, Madre,
Tu ti dicesti, o bella,
In mezzo del periglio
Salvaci, o vaga Stella.
Quando la prima volta,
O Madre!, io l’ascoltai,
Quanto Tu amavi il Messico
Io pur tanto l’amai.
Ah! Dove sta la torre
L’Arca di sicurezza,
Giammai ebbi timore
Dell’umana fortezza.
D’un popolo che t’ama
Che in Te confida e spera,
Il cuore tuo materno
N’ascolti la preghiera.
Di me, tua figlia esule,
Fuori del nido mio,
Accetta il sacrifizio
Ed offrilo al buon Dio.
Dille Tu che si plachi,
Si muova a compassione,
Se vuol veder qua sorgere
I fior de la Passione.
E se quest’umile pianta
Dovrà un dì qui fiorire,
Veri fior di Passione
Davver si potran dire.
E chi gettonne il seme
Tra il dolore e tra il pianto,
Il premio raccoglierà esultante
Nel paradiso santo.
M. M.
È SEMPRE LUI
È sempre Lui! Il tempo si’ veloce
Tutto ci toglie e getta nell’oblio.
Lui solo, mi conforta questa voce:
Colui che mai non cambia è sempre mio.
La sua bellezza,
Il suo amor,
Per me il suo affetto,
Solo non cambian mai
Nel mio Diletto.
(Questo ritornello si riprende ad ogni strofa)
È sempre Lui!, che con eterno amore
Dal nulla quest’essere ha formato.
Di poi quando caduta nell’errore
È Lui che nel suo sangue mi ha lavato.
La sua bellezza, ecc.
È sempre Lui! Sta sempre a me vicino,
Nei giorni lieti e in quelli del dolore.
Non cambia mai l’Amante mio divino,
Lo trovo sempre aperto il suo bel Cuore.
La sua bellezza, ecc.
È sempre Lui!, che pianse un dì Bambino,
Tremò di freddo sopra poco fieno.
È sempre Lui, l’amore suo divino,
Col tempo, solo in lui non viene meno.
La sua bellezza, ecc.
È sempre Lui!, quei piedi benedetti
Che strinse la pentita Maddalena.
Anche da me furono un giorno stretti
I falli miei piangendo in dolce pena.
La sua bellezza, ec
È sempre Lui!, le braccia sue son quelle
Che strinsero il prodigo figliuolo.
Che lasciò le novanta pecorelle
Per cercarne una sola, un cuore solo.
La sua bellezza, ecc.
È sempre Lui!, nell’ultima sua cena
Di dura morte il pensier non fu bastante
Ad estinguer quel Cuor non valse pena,
Si fe’ mio cibo in quel supremo istante.
La sua bellezza, ecc.
È sempre Lui!, nella bella preghiera
Ei m’insegnò a chiamare Padre Iddio.
La ripeto al mattino ed alla sera,
Si fece Lui perciò Fratello mio.
La sua bellezza, ecc.
È sempre Lui!, cessa ogni amor più forte,
Viene meno ogni cosa a me d’intorno.
Se non mancan, ci toglie al fin la morte
Nell’occaso del nostro ultimo giorno.
La sua bellezza, ecc.
È sempre Lui!, anche se ingrata sono,
Se infedele, al suo amor l’ho disgustato.
Cambia il mio cuor, ma il suo è sempre buono;
Non è perciò il suo amor per me mutato.
La sua bellezza, ecc.
È sempre Lui!, negli ultimi momenti
La Madre sua per madre a me donava.
Della morte coi suoi ultimi accenti
Che non cambia il suo Cuor mi dimostrava.
La sua bellezza, ecc.
È sempre Lui!, la lancia del soldato
Che lo ferì, quando già morto in Croce,
Nel mostrarmi il suo Cuor, «quanto t’ho amato!»,
Mi disse e mi ripete ad alta voce.
La sua bellezza, ecc.
È sempre Lui!, non cambia il mio Diletto,
Vo’ dirlo nell’ultima agonia,
Quando il nemico intorno del mio letto
Tenterà che disperi l’alma mia.
La sua bellezza, ecc.
È sempre Lui!, vo’ dirlo anche su in cielo
Posando il pie’ sulle celesti porte.
È sempre Lui!, lo vedo senza velo
Di cantare in eterno avrò la sorte.
La sua bellezza,
Il suo amor,
Per me il suo affetto,
Solo non cambian mai
Nel mio Diletto.
M. M.
NELLA SPAGNA T’ASPETTO
Non t’aspetto tra giubili e contenti
Seguendomi all’odor dei dolci unguenti,
Di porpora o damasco rivestito,
Né gaudi d’un amor non mai sentito.
Né alla mensa divina dove il cuore
Dei due si fonde in celestiale amore,
Dove la luce e il sole ardente
Infiamma il cuore e illumina la mente.
No! non t’aspetto nella dolce pace
Dove l’amore intende, adora e tace,
Nel zeffiro gradito del boschetto
Dove intona il suo canto l’uccelletto.
………………………………
T’aspetto colla croce solitario
Alle falde del monte del Calvario
Con un serto di spine coronato,
Ricoperto d’obbrobri, insanguinato.
T’aspetto nella notte tenebrosa
Dove non vede l’alma niuna cosa,
Dei geli invernali entro i dolori
Dove l’amore non ammette fiori.
Sulla croce t’aspetto, pel peccato,
Come innocente Agnello ivi immolato.
T’aspetto lì, mio amor, o Maddalena,
Perché l’amor fa propria l’altrui pena.
Sopra i monti t’aspetto, solitario
Alla luce d’un triste funebrario,
Tra i rintocchi di morte ove natura
Morta a tutto riceve sepoltura.
Da questa morte sorgerà la vita
Vita da te fin qui giammai sentita
Che ti farà ridir: «non son più io
Quel che vive, in me vive sol Iddio».
Maria M.
«APOSTOLO DELL’AMORE»
Ai tuoi piedi, Gesù, mio Sposo amato,
Dissi un giorno al mio Amor Sacramentato:
Sta la pazza tua amante Maddalena,
Solo con Te riposa e trova lena.
E pensando al mio nome: tua son io,
Ripetevo all’Amante del cuor mio.
E dall’Ostia diss’Egli a questo cuore:
«Sarai pure un Apostol del mio amore».
L’Apostol dell’amore è san Giovanni,
Che in amarti passò i suoi lunghi anni,
Che posò la sua testa sul tuo petto,
Che chiamasti Tu: Apostol prediletto.
«È tal solo chi voglio io che sia;
Tu voglio sia un Apostol Sposa mia».
O Gesù, tu lo vuoi? Lo voglio anch’io;
Apostol del tuo amor, sarò mio Dio.
Ma incendiami del fuoco tuo divino
Perché compia sì nobile destino;
E sia come un carbon di fuoco ardente,
Che tutto quel che tocca brucia e accende.
Che consumi quel fuoco anche il cuor mio
E la cenere dica: gloria a Dio!
Gloria eterna al mio Dio che m’ha creato,
Allo Spirito Santo e al Dio Umanato.
Gloria eterna all’Amor.
Oh, che gran sorte
Amarlo, e farlo amare,
in vita e in morte!
M . M. A. d. A.
LA ROSA
Sempre la rosa è bella
Nei vaghi suoi colori,
Come in Gesù son belli
Tutti i diversi amori.
In quella che il colore
Del suo bel nome tiene,
Amo il fervido amore
Che più di nulla teme.
Nella scarlatta, amo
L’intrepida costanza
Dell’amore dei martiri
Coll’audace speranza.
Nella bianca, dei vergini
L’amore immacolato,
E d’innocenti pargoli
Che mai non han peccato.
Nella gialla, l’amore
Dell’umile gemente,
Che piange il suo peccato
Con cuore penitente.
Nella graziosa rosa
Con lieve sfumatura,
Vedo l’amor che spera,
Soffre, combatte e dura.
Nella rosa a mazzetti,
Amo l’amor che une,
Che nella religione
Tutto lo fa comune.
Nella rosa inodora,
L’amore che non sente,
Che non trova l’Amato,
Quantunque stia presente.
Nella granata, vedo
L’amor della famiglia:
Grave, costante, fervido,
Che a quel di Dio somiglia.
La rosa è anche amata
Da me, qualunque sia,
Perché ho una «Rosa Mistica»
Che chiamasi Maria.
Amo perciò la rosa,
Più di qualunque altro fior,
Per esser il bel simbolo
Di quel ch’io cerco: Amor!
Amor: dov’io ti vedo,
Mi sento attrarre forte;
Solo per te io vivo,
Per te voglio la morte.
M. M.
LA MIA PREGHIERA
(Nell’ora di adorazione del Giovedì Santo del 1932 davanti al «Sepolcro»)
Che dirò a Gesù?
Ah! gli dirò che l’amo
E che lo voglio amare;
Che il povero mio amore
A Lui tutto vo’ dare.
È questa la mia supplica,
L’unica mia orazione,
Che faccio al Divin Prigioniero
Per me in questa prigione.
E quando gli abbia detto
Che l’amo, che l’adoro,
Amore gli ripeto,
Amore solo imploro.
Gesù divino Amante,
L’amore tuo m’opprime,
M’insegna come s’ama.
Tu amasti sino al fine,
Al fine dell’amore,
Al fine della vita,
Al fine del potere,
Di una fiamma infinita,
Cos’io ti voglio amare
Divino incarcerato.
Ma dammi del tuo bel fuoco,
Gesù Sacramentato!
Quel fuoco di cui ardevi
Nell’ultima tua cena
Che accendesti nel cuore
Di un’altra Maddalena.
Con quest’amore intrepido
Anch’io saprò soffrire,
Come Te amerò il prossimo,
Saprò per Te morire.
Morire!… Ma, che dico?
Amando mai si muore,
La morte non esiste
Per chi vive d’amore;
Perché l’amore è eterno,
È un mare, un fiume, un rio
Che corre e mai si ferma;
Perché l’amore è… Dio!
Maria Maddalena
A GESU’ SUL MATTINO
Gesù, Gesù!…: già il sole
Annunzia il nuovo giorno;
A Te faccio ritorno
In cerca del tuo amor.
L’amore, ch’è mia vita,
Come l’aria ed il pane;
Ma più l’anima ha fame
Dell’amor tuo divin.
Ma, non mi basta amore.
Come al corpo alimento,
Bisogna ogni momento
Che mi sostenga amor.
Amor sia il mio respiro,
e il battito del cuore
Amore a tutte l’ore:
Amor dovunque sto.
Amore se a Te penso;
Amor se con Te sono;
Amore se perdono,
Imploro dal tuo Cuor.
Amor se la mia mente
Leggera t’abbandona;
L’amor tutto perdona
E sempre pur si dà.
Lo so che quest’amore
È solo il tuo, mio Dio.
Ma questo cerco io
Perché sol questo è amor.
Se vuoi che io pure t’ami,
All’istesso compasso,
Ripeti ad ogni passo
Al cuore mio così:
«Cuore di Maddalena,
Più non ti basta il poco;
Convertiti in un fuoco,
Brucia d’amor per me».
Amen
SI’, LO VEDRO’
Lo vedrò un dì come si vede il sole
Brillar nell’alba sopra le viole…
Lo vedrò sorridere amoroso
Come avanza all’amata il casto sposo…
Vedrò un dì le sue piaghe rifulgenti,
Foco pel cuore e luce per le menti.
Lo vedrò un giorno come sposo in festa,
Stendendomi amoroso la sua destra.
Lo vedrò come Padre sempre amante,
Offrendomi il suo cuore col sembiante.
Lo vedrò come un mare senza sponde,
Dolcemente baciarmi le sue onde.
Lo vedrò mostrandomi il suo Cuore,
Che mi dice: è per te tutto il mio amore!
Lo vedrò che mi dice: son tuo Dio,
Entra per sempre dentro il gaudio mio!
M. M.
ALLA MIA MADRE IMMACOLATA
O Vergin purissima, – Maria Immacolata!
Tu sei incoronata – Di luce e candor.
L’origine hai tratto – Dal sen dell’Eterno.
Il germe d’inferno – Su Te non posò.
I raggi lucenti – Del tuo bel candore,
M’attraggono il cuore – Mi tirano a Te.
Al solo riflesso – Di tanta purezza
Cammina il mio piede – Con santa fortezza.
Quant’anime pure, – Attratte al candore
Del candido fiore, – Votaronsi a Te!
Anch’io fanciulletta, – O Madre, lo sai,
Avanti al tuo altare – A Te mi donai.
E quando lottava – Con mia vocazione
Fu innanzi al tuo altare – La mia decisione
Sia all’ombra tua pura – Che serbi il mio giglio,
Qual fu il giorno bello – Di nozze al tuo Figlio.
E quando alla lotta – Mi senta io stanca,
Mi dia lena, o Madre, – La tua veste bianca.
Oh, sempre dei puri – È bella la via
Perch’ivi i tuoi piedi – Posaron, o Maria!
Mi sia protezione – Ovunque il tuo Manto
E, a l’ora mia estrema, – Rasciughi il mio pianto.
M. M.
BACIAMI COL BACIO DI TUA BOCCA
T’amo, Gesù, e mi ami, non è vero?
Ma dammi un segno del tuo amore sincero.
Dammi però quello che chiedo io;
Sol così calmi l’ansia del cuor mio.
Dammi un bacio, Gesù, con la tua bocca;
tanti n’hai Tu da me, uno a Te tocca.
Te lo chiede dei Cantici la Sposa;
Io pur son tal per Te tra muri ascosa.
Perché tardi, mio Ben? Che non son degna?
Quello che devo far Tu me l’insegna.
Farò, Diletto mio, quello che vuoi;
Ma Tu fammi felice, già che puoi.
Non mi dai le tue carni in alimento?
Pietà, Gesù, pietà del mio tormento.
M’accosto ogni giorno al santo Altare;
Un bacio, Gesù, me lo puoi dare.
Con un sol bacio rimarrò estasiata,
Te seguirò dovunque inebriata…
Al ricever la prima umiliazione,
T’offro il calice mio, di mia passione,
Che d’amarezze e affanni ognor ribocca.
Bevi tacendo, è un bacio di mia bocca.
Lucca, Dic. 1940
M. M.
ET INCLINATO CAPITE, EMISIT SPIRITUM22
(Venerdì Santo, 1941)
Quel tuo chinar di capo — Sopra la Croce, o Amore,
Mi dice che il tuo Cuore — Ha dato tutto a me.
Mi dice: guarda figlia, — Fai oggi il paragone;
Poi dimmi se ho ragione — Di chiederti più amor.
M’hai dato mai tuo sangue? — Per me dato hai la vita?
Io invece l’ho finita — Nell’infamia per te.
Soggetto mani e piedi, — Da chiodi trapassato,
Di spine coronato: — Per te moio così.
Non ti lagnar se stringo — A volte la mia mano,
E se al dover ti chiamo — Con mostra di rigor.
È perché vo’ il tuo amore — Più intimo e profondo,
Per poi scoprirti un mondo — Di luce e verità.
Alla rinunzia stringiti, — Per me, da mane a sera,
China la fronte altera. — Così morrai per me.
M. M.
DOMINE, SALVA NOS, PERIMUS23
Se Tu non mi soccorri,
La mia barchetta stanca
Si fermerà qui stanca,
Nell’onde perirà.
Non vedi come infuria
Minacciosa tempesta?
Il tuo soccorso appresta,
Non mi lasciar perir.
Il cielo è oscuro e sordo;
Non ode, non risponde,
E s’alzano le onde
Da fare spaventar.
Siam tre che t’invochiamo
Nella stessa barchetta,
Io la più piccoletta
Più temo di perir.
GESÙ:
Le vostre pene vedo
Col cuor per me umiliato;
Mentre tu, pazzerella,
Mi pensi addormentato.
Quando creder vorrai
Per te al mio amore immenso?
Sappi che, notte e giorno,
Sempre ti guardo e penso.
Son io che getto l’ancora,
Che dirige il timone.
Pensa che sei mia sposa,
Figlia di mia passione.
Quando vedrò che il calice
Ch’io bevvi ed or ti ho dato
Senza dir: fino a quando?
Avrai per me accettato.
Allora il cielo oscuro
Diventerà sereno;
Risplenderà il bel sole
Di gioia e luce pieno.
Ma prima vo’ vederti
Sopra il mio sen dormendo.
Sposa di poca fede,
Perché stai si’ temendo?
31. VII. 40
M. M.
UN RICORDO ALLE MIE CARE SORELLE DI LUCCA
Al mio partir voglio lasciarti un fiore,
Cara Comunità ove nacqui a Dio;
Per ora resta occulto nell’amore,
Ma un dì saprai che è stato dono mio.
Ha le radici sul Calvario Santo,
I frutti suoi si gustano nel ciel;
Qui crescono innaffiati sol col pianto
Occultò qualche lacrima il mio vel…
Io pur l’ebbi da sei anni or sono
Quando il Diletto mi chiamò in tuo seno.
Lasciai la Spagna lieta per quel dono,
Per te il mio amor non è venuto meno.
Tutto è passato, ma nel divin Cuore
Resta ogni nostra azion, ogni desio…
Signor, tutto purifichi il tuo amore,
Quello che han fatto altri e ho fatto io…
Che il fiore mio copra ogni deficienza
Di mia vita passata in mezzo a voi.
Della bontà divina la clemenza
Anche con men d’un fiore viene a noi.
Gesù, ci stringi al Cuore tuo penante
Con Gemma santa nostra Protettrice.
In Lei e per Lei, Signor, in quest’istante
Accetta il mio dolor che addio lor dice.
M. M.
IGNEM TUI AMORIS6
Io son fiamma del Cuore di Gesù,
Per accendere il mio venne quaggiù.
Sento l’ardore, divino Amante;
Il tuo fuoco mi brucia ad ogni istante.
Ma, è poco bruciar, voglio incendiare
Da chi mi s’avvicina, farti amare.
Anch’io sto presa, come il tuo bel Cuore,
Finché non giunga l’ora, o mio Signore!
Se devo come Te portar la croce,
Dammela, mio Gesù, ma odi mia voce.
Triturami nel torchio del penare,
Ma concedimi amarti e farti amare.
Tre grazie voglio dal tuo Cuore trafitto,
Te le chiedo ogni dì come l’ho scritto:
1. Che, al mio morir, il tuo volere santo
Abbia compito appieno in gaudio tanto.
2. Che muoia in perfetto atto d’amore,
Per vedere all’istante il tuo splendore.
3. Che in cielo continui a lavorare
Per farti amar quaggiù senza posare.
Madrid, 24. 2. 1955
M. M.
FINO A QUANDO?
Fino a quando, Gesù, vorrai d’incognito,
Celando lo splendor del tuo sembiante?
Fino a quando starai tra densi veli,
Senza che nulla al cuore ti sveli?
Fino a quando, pur stando a me vicino,
Mi vedrò sola e triste nel cammino?
Non teme il tuo Cuor che il mio soffrire
Consumi il mio fral sino a morire?
Se così avesse fine il viver mio,
Una grazia ti chiedo, caro Dio:
Lì, dove cado morta, nasca un fiore
Che dica a tutti: questo fa l’amore!
Maria Maddalena, Apostola dell’Amore
VOGLIO MORIR COSI’
Voglio morir baciando il tuo Costato
Al dir: confido in Te, Cuore adorato!
Voglio morir stringendo il Crocifisso,
Nella Passione il mio pensiero fisso.
Voglio morire con Maria accanto
Coperta col purissimo suo Manto.
Voglio morir coll’Ostia santa in cuore,
Perché uniti alla vita non si muore.
Voglio morire quando sull’Altare
Per me l’Ostia d’amor si va immolare.
Perché l’offerta sia d’amore piena,
S’unisce a Gesù Ostia Maddalena.
Morir così, l’anima mia lo sente,
È andare a viver eternamente.
AVE MARIA
Ave Maria: sia l’ultima — Mia voce nell’esilio.
Prima ch’io chiuda il ciglio, — Che dia uno sguardo a Te.
Ave Maria: nell’ora — Ch’io lascerò la terra,
L’anima mia in Te spera, — Resta vicina a me.
Ave Maria: nell’ultima — Ora del viver mio,
Il moribondo spirito — Tu raccomanda a Dio.
Ave Maria: su in cielo, — Sia pure il primo canto;
Poi, pellegrino affranto, — Mi getti in seno a Te.
M. M.
PER OMNIA SAECULA SAECULORUM13
Tutto ciò che aneli ora, cuore mio,
L’otterrai senza dubbio dal tuo Dio:
Vivrai un dì dentro l’immenso mare,
Senza lidi né sponde da passare.
Al limite del tempo, vien l’aurora
D’eterno splendor che l’alma agogna;
Un cominciare che non avrà fine
D’ignoti beni in Dio senza confine.
Passeranno trionfanti gli anni eterni,
Passeran senza i geli degl’inverni;
Senza timor d’offesa al Sommo Bene,
Né speranza di Lui, che già si tiene.
In visione cambiata la fé oscura,
Tutto è luce lassù, tutto è biancura.
Nessun potrà più togliermi tal sorte;
Non più separazioni, non più morte.
Tutto là è vita piena e permanente,
Perché l’amore vive eternamente.
Eternamente loderò il mio Dio
E gli darò l’amor mio.
Non sentirò più il battere dell’ore,
Che ruba il tempo e toglie pace e amore.
Al giungere a quel soglio benedetto,
Vedrò scritto: «Per sempre amor perfetto!».
Mi getterò felice in quelle sponde
Godendo i baci delle soavi onde,
Dello Spirito d’amore fecondate,
D’eterne ricchezze ricolmate.
Prenderò di quei beni a mani piene
Per arricchir gli umani d’ogni bene.
Così, girando sempre intorno a Dio,
Avrà sempre principio il gaudio mio.
Madrid, 5. III. 1955.
Maria Maddalena
LA MIA CELLA
Soave nido di puri amori,
di casti baci, celesti ardori.
Lì, sempre sola: nessun può entrare;
sol con lo Sposo posso parlare.
I testimoni dei miei segreti
sono il mio Angelo, le sue pareti.
Quattro pareti, nuda prigione,
son pel mio cuore dolce mansione.
Sol v’è un giaciglio, di paglia pieno,
che mi ricorda Gesù nel fieno.
E mi ripete ad alta voce:
“Nacque sul fieno e morì in croce”.
Le sue parole odo d’amore,
son miele e giubilo al labbro, al cuore.
Senza parlare noi c’intendiamo,
perché è linguaggio del sovreumano.
Chiudendo gli occhi più bello appare,
più immenso e vasto di terra e mare.
Mar senza sponde, senza riviera;
in Lui m’ispazio da mane a sera.
E allor il sonno gli occhi mi chiude,
e tace quanto il suol racchiude.
Dopo brevi ore sorgo dal letto
per salmeggiare al mio Diletto.
La mia celletta, del corpo affranto,
sa quante lotte nasconde il canto.
Ma l’ansia grande della chiamata
rinnova il giubilo d’ogni levata.
69 Cf. Sal 41, 3: «L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente».
69 Cf. Sal 41, 3: «L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente».
6 Cf. Sal 115, 17: «A Te offrirò sacrifici di lode».
22 Cf. Gv 19, 30: «E, chinato il capo, spirò».
22 Cf. Gv 19, 30: «E, chinato il capo, spirò».
23 Cf. Mt 8, 25: «Salvaci, Signore, siamo perduti!».
6 «Il fuoco del tuo amore».
6 «Il fuoco del tuo amore».
13 «Per tutti i secoli dei secoli».
13 «Per tutti i secoli dei secoli».